UN TURISMO VOCAZIONALE, INTERIORIZZANTE
UN INTERVENTO PUBBLICO DI ENRICO CALZOLARI
Un ossequio alle Autorità presenti, al signor Presidente della Regione Liguria, al signor Sindaco del Comune di Riccò, un saluto a tutte le signore e ai signori presenti. Ho l’obbligo di presentarmi. Sono stato in gioventù ufficiale di coperta della marina mercantile e Ufficiale delle Capitanerie di Porto del Complemento. Sono entrato in contatto con i problemi del turismo navigando sulle navi passeggeri della Società Italia di Navigazione, sulla linea Genova-New York, organizzando incontri tematici sulle nostre bellezze artistiche e paesaggistiche, in quanto facevo parte degli Ufficiali Commissari, che sono gli incaricati della gestione turistico-alberghiera di bordo. Da lì, con l’entrata in funzione dei jumbo jet, e la conseguente chiusura delle linee di navigazione di Preminente Interesse Nazionale, mi sono impegnato nella natia Lerici a fondare la Scuola Alberghiera e a diventarne prima direttore e poi insegnante di Organizzazione e Tecniche Turistiche. Sono lieto di poter partecipare a questo incontro, e agli altri che seguiranno, per portare avanti un’idea di turismo particolare (gli Inglesi direbbero “special tourism”) che superi in sofisticazione tutti i precedenti schemi finora proposti in Liguria nella programmazione pubblica e privata. Il turismo come “rigenerazione fisica” è stata il primo obbiettivo da perseguire nel dopoguerra, sia per le regioni affacciate sul mare, sia per le regioni alpine. Nell’intervallo fra le due guerre mondiali era stato in auge in Liguria il turismo climatico, per far superare alle persone più anziane e benestanti i rigori invernali del grande nord, una nicchia di vocazione turistica indubbiamente ristretta a poche località costiere. Dopo la Seconda Guerra Mondiale con l’invenzione dell’aria condizionata è definitivamente tramontato quel tipo di turismo che durava uno o più mesi nelle stazioni dotate di un clima più fresco e gradevole. Oggi assistiamo ad una presenza di fattori generalizzati, quali la grande mobilità, la grande possibilità di attingere a tutte le forme più coinvolgenti di marketing, che presentano una massa di stimoli che rendono assai difficili le scelte da prendere per dedicare una parte del proprio reddito e del proprio tempo al turismo. L’instabilità politica, sociale e militare di tante mete esotiche, assai note e attrattive in passato, ha spinto molti europei (italiani compresi) a fare scelte più approfondite, perché interiorizzanti, volte a scoprire valori fondanti di una stabilità psico-fisica, che viene quotidianamente attaccata dalle sconvolgenti notizie che i media vomitano H 24, con ogni mezzo tecnologico, e che tendono alla destabilizzazione dell’essere umano, nelle sue componenti fondamentali, cioè il corpo, l’anima e lo spirito. Si è ormai capito che l’onnipresenza delle notizie negative porta innegabilmente alla destabilizzazione del complesso animale-uomo. Le risposte del tipo “Codeglia – Sesta Terra” agiscono proprio in senso opposto, perché consentono di capire come i nostri progenitori sapessero apprezzare le energie del territorio e sfruttarle per la loro stabilità psico-fisica. La grande presenza di ottime acque, leggere, prive di sali e non inquinate, da bersi con la brocca e non con la pericolosa bottiglia di plastica, la conformazione del paesaggio che consente di essere compresa attraverso la dottrina cinese del Feng-shui (la dottrina cinese che insegna ad organizzare gli spazi abitativi in funzione della salute fisica e mentale) che è identificabile a Codeglia in quanto vi sono i due torrenti che formano una confluenza e quindi equilibrano l’energia maschile con l’energia femminile. Oltre a ciò, nelle case di Codeglia si può rintracciare il contatto con le memorie di vita positiva lasciata da coloro che laboriosamente erano riusciti a sviluppare una economia di sussistenza libera dalle terribili aggressioni degenerative dei tessuti del corpo umano, purtroppo oggi onnipresente. Va però soprattutto rilevato che un valore raro, di offerta turistica legata alla “crescita culturale”, con apertura anche verso il campo spirituale, si trova sparso in tutta l’area del Comune di Riccò del Golfo. Si tratta delle tracce templari rinvenute nella chiesa di Riccò del Golfo, nel “castrum” di Ponzò, nei resti della magione di Falabiana e nella magione di Val di Pino legata all’ordine dei Cavalieri del Tau di Altopascio. Si noti che la bellissima croce templare del tipo decussato di Falabiana è stata utilizzata come immagine di copertina del libro “Lunigiana terra di Templari”, da me edito nel 2006 assieme a un altro studioso di Santo Stefano Magra. Questi ritrovamenti ci riconducono al Medioevo, allo sviluppo delle strade costiere e a quelle di penetrazione, e anche al traffico di quei tessuti forti, che oggi noi conosciamo come provenienti dagli Stati Uniti, cioè i “blue jeans”, derivanti invece dal tessuto di origine ligure-genovese colorato di blu, prodotti in zone ricche di acque, adatti per l marcite. Respirando tutto ciò, si possono avere effetti positivi su tutti coloro che necessitano di rientrare in possesso di stili di vita ottimali che utilizzino il principio del minimo mezzo, cioè il minor consumo di prodotti, quindi “consumare di meno per vivere di più e meglio”, secondo i principi dell’approccio olistico. Se questo è il progetto “Codeglia – Sesta Terra”, non posso non sentirmi in sintonia con esso, e sono moralmente impegnato a collaborare fattivamente con esso a favore degli ospiti che vorranno sceglierlo per migliorare la loro vita. Questo auspico, tramite una collaborazione gratuita con cui mettere a disposizione la mia esperienza fin qui consolidata come “semiologo d’ambiente”.
Un ossequio alle Autorità presenti, al signor Presidente della Regione Liguria, al signor Sindaco del Comune di Riccò, un saluto a tutte le signore e ai signori presenti. Ho l’obbligo di presentarmi. Sono stato in gioventù ufficiale di coperta della marina mercantile e Ufficiale delle Capitanerie di Porto del Complemento. Sono entrato in contatto con i problemi del turismo navigando sulle navi passeggeri della Società Italia di Navigazione, sulla linea Genova-New York, organizzando incontri tematici sulle nostre bellezze artistiche e paesaggistiche, in quanto facevo parte degli Ufficiali Commissari, che sono gli incaricati della gestione turistico-alberghiera di bordo. Da lì, con l’entrata in funzione dei jumbo jet, e la conseguente chiusura delle linee di navigazione di Preminente Interesse Nazionale, mi sono impegnato nella natia Lerici a fondare la Scuola Alberghiera e a diventarne prima direttore e poi insegnante di Organizzazione e Tecniche Turistiche. Sono lieto di poter partecipare a questo incontro, e agli altri che seguiranno, per portare avanti un’idea di turismo particolare (gli Inglesi direbbero “special tourism”) che superi in sofisticazione tutti i precedenti schemi finora proposti in Liguria nella programmazione pubblica e privata. Il turismo come “rigenerazione fisica” è stata il primo obbiettivo da perseguire nel dopoguerra, sia per le regioni affacciate sul mare, sia per le regioni alpine. Nell’intervallo fra le due guerre mondiali era stato in auge in Liguria il turismo climatico, per far superare alle persone più anziane e benestanti i rigori invernali del grande nord, una nicchia di vocazione turistica indubbiamente ristretta a poche località costiere. Dopo la Seconda Guerra Mondiale con l’invenzione dell’aria condizionata è definitivamente tramontato quel tipo di turismo che durava uno o più mesi nelle stazioni dotate di un clima più fresco e gradevole. Oggi assistiamo ad una presenza di fattori generalizzati, quali la grande mobilità, la grande possibilità di attingere a tutte le forme più coinvolgenti di marketing, che presentano una massa di stimoli che rendono assai difficili le scelte da prendere per dedicare una parte del proprio reddito e del proprio tempo al turismo. L’instabilità politica, sociale e militare di tante mete esotiche, assai note e attrattive in passato, ha spinto molti europei (italiani compresi) a fare scelte più approfondite, perché interiorizzanti, volte a scoprire valori fondanti di una stabilità psico-fisica, che viene quotidianamente attaccata dalle sconvolgenti notizie che i media vomitano H 24, con ogni mezzo tecnologico, e che tendono alla destabilizzazione dell’essere umano, nelle sue componenti fondamentali, cioè il corpo, l’anima e lo spirito. Si è ormai capito che l’onnipresenza delle notizie negative porta innegabilmente alla destabilizzazione del complesso animale-uomo. Le risposte del tipo “Codeglia – Sesta Terra” agiscono proprio in senso opposto, perché consentono di capire come i nostri progenitori sapessero apprezzare le energie del territorio e sfruttarle per la loro stabilità psico-fisica. La grande presenza di ottime acque, leggere, prive di sali e non inquinate, da bersi con la brocca e non con la pericolosa bottiglia di plastica, la conformazione del paesaggio che consente di essere compresa attraverso la dottrina cinese del Feng-shui (la dottrina cinese che insegna ad organizzare gli spazi abitativi in funzione della salute fisica e mentale) che è identificabile a Codeglia in quanto vi sono i due torrenti che formano una confluenza e quindi equilibrano l’energia maschile con l’energia femminile. Oltre a ciò, nelle case di Codeglia si può rintracciare il contatto con le memorie di vita positiva lasciata da coloro che laboriosamente erano riusciti a sviluppare una economia di sussistenza libera dalle terribili aggressioni degenerative dei tessuti del corpo umano, purtroppo oggi onnipresente. Va però soprattutto rilevato che un valore raro, di offerta turistica legata alla “crescita culturale”, con apertura anche verso il campo spirituale, si trova sparso in tutta l’area del Comune di Riccò del Golfo. Si tratta delle tracce templari rinvenute nella chiesa di Riccò del Golfo, nel “castrum” di Ponzò, nei resti della magione di Falabiana e nella magione di Val di Pino legata all’ordine dei Cavalieri del Tau di Altopascio. Si noti che la bellissima croce templare del tipo decussato di Falabiana è stata utilizzata come immagine di copertina del libro “Lunigiana terra di Templari”, da me edito nel 2006 assieme a un altro studioso di Santo Stefano Magra. Questi ritrovamenti ci riconducono al Medioevo, allo sviluppo delle strade costiere e a quelle di penetrazione, e anche al traffico di quei tessuti forti, che oggi noi conosciamo come provenienti dagli Stati Uniti, cioè i “blue jeans”, derivanti invece dal tessuto di origine ligure-genovese colorato di blu, prodotti in zone ricche di acque, adatti per l marcite. Respirando tutto ciò, si possono avere effetti positivi su tutti coloro che necessitano di rientrare in possesso di stili di vita ottimali che utilizzino il principio del minimo mezzo, cioè il minor consumo di prodotti, quindi “consumare di meno per vivere di più e meglio”, secondo i principi dell’approccio olistico. Se questo è il progetto “Codeglia – Sesta Terra”, non posso non sentirmi in sintonia con esso, e sono moralmente impegnato a collaborare fattivamente con esso a favore degli ospiti che vorranno sceglierlo per migliorare la loro vita. Questo auspico, tramite una collaborazione gratuita con cui mettere a disposizione la mia esperienza fin qui consolidata come “semiologo d’ambiente”.