La prima documentazione storica sul Castello ed il borgo di Trebiano risale al 963, ad opera dell'imperatore Ottone I, capostipite di quella che fu definita la dinastia degli Ottoni, sovrani di origine teutonica (germanica), del Sacro Romano Impero.
A quel tempo Trebiano era gia' roccaforte strategica dei vescovi di Luni e prima, probabilmente, anche dei Romani, essendo presenti reperti di un loro insediamento.
La posizione panoramica domina la pianura di Luni e le Apuane ed abbraccia le province di La Spezia e Massa Carrara, nonche' quella di Lucca, sia nel versante versiliese che nei monti della Garfagnana che si scorgono dietro quelli della Lunigiana.
Sotto la galleria fotografica le ricerche sulle notizie su Trebiano dal Codice Pelavicino, dal Registro Vetus del Comune di Sarzana e dagli scritti di Francesco Poggi.
Cenni storici su Trebiano tratti dal Codice Pelavicino
Anno 963 L’imperatore Ottone I conferma al vescovo Adelberto tutti i privilegi concessi ai suoi predecessori… castrum de Tribiano
Anno 1039 – Il vescovo Eriberto promette di non imporre nessun uso malvagio né nessuna cattiva consuetudine agli uomini che risiedono in castro de Trebiano. Questo atto contiene una delle celebri maledizioni del Vescovo di Luni. Si forma il nome attuale di Trebiano
Anno 1124 Malabucca de Triblano
Anno 1140 Malabucca de Treblano
Anno 1149 plebem de Treblano
Anno 1160 I nobili di Burcione e di Bozzano cedono il colle di Castiglione al vescovo di Luni. Teste Cagnolus de Tribiano.
Anno 1174 I Consoli di Aulla giurano fedeltà al vescovo. Teste Moregnolli de Trebiano
Anno 1185 castrum de Triblano
Anno 1191 L’imperatore Enrico Vi prende sotto la sua protezione la città di Luni e tutti i castelli che Appartengono alla chiesa lunense… castrum de Triblano cum fodro et pert. suis. Fodro è il diritto che avevano i pubblici ufficiali che entravano in un territorio di avere foraggi e biada per gli animali. In altri atti del Codice è anche detto albergaria. Pert. è invece abbreviazione di pertinentia, cioè diritti o proprietà accessorie, possessioni, fruizioni, legate ad elemento principale di proprietà. Deriva dal Latino pertinere, cioè estendersi.
Anno 1195 Bonagiunta di Ferruccio da al vescovo Gualterio, in cambio di una terra data alla chiesa di Trebiano, mezza giova di terra posta in Lodremone.. Bonaiuncta… ecclesie de Trebiano… Guiterninus de Trebiano
Anno 1196 Atto con cui i castellani di Trebiano dichiarano di tenere in feudo dalla Curia di Luni terre e case poste in Trebiano…castellani de Trebiano …Lombardellum…Gerardo de Cafagiolo…Galletus…Riccolo de Guerseto…vineas de Sepiano (toponimo romano posto a Romito, sotto Cerri, lungo la strada statale per Lerici) … Bonaiuncta de Ferructio…Guiterinus…in domignone de Trebiano…podio de Trebiano…terris usque murum domignonis castri…Constancius de Trebiano.
Il domignone, poi dongione, era nel Medioevo la parte più elevata di un castello, nella quale, spesso difesa da un fossato, vi era l’abitazione del signore. Non va confusa con la torre più elevata del castello, detta turris magna o turris maior. L’etimologia originale di domignone deriva dal Latino, mentre l’etimologia di dongione viene fatta derivare dal Francese donjon. L’atto è stato quindi fatto nell’abitazione sita dentro il castello.
Anno 1198 Musnerius de Trebiano
Anno 1200 in domo Alberti q. Parentis feliciter cum sup. Ibi fuerunt rogati testes Aldeprandinus q. Gatti, Bellomus, Bonaiuncta q. Ferrucii et Albertus q. Bardini – Donazione al Rettore della chiesa di Santo Maurizio di Bocca di Magra di un iugero di terra, fatta in Trebiano in casa di Alberto figlio del defunto Parente. La q. sta per quondam (defunto). Per evitare errori nell’individuazione, in antico si utilizzava anche il nome del padre. Così nella lingua araba si usa abu (figlio di…) e nella lingua ebraica si usa ben (figlio di …).
Anno 1200 Masnerius de Trebiano
Anno 1201 Palmerii de Triblano - I Palmieri sono coloro che hanno fatto ritorno dal viaggio in Terra Santa e portano il segno distintivo del ramo di palma.
Anno 1202 Armanninus de Trebiano
Anno 1202 Suscarius de Trebiano
Anno 1202 Lodo emanato da alcuni arbitri eletti dal vescovo Gualterio e i Malaspina, per il Castro de Trebiani
Anno 1203 Iustamontis de Trebiano
Anno 1204 Aldeprandinus q. Catti de Trebiano dona al rettore della chiesa di San Maurizio mezza giova di terra. La chiesa di San maurizio, alla foce della magra, è scomparsa.
Anno 1212 Vescontinus q. Bonencontri de Trebiano
Anno 1218 Ildebrandus vicedominus de Trebiano – Ugo, delegato apostolico inviato per definire alcune contese fra la Curia e i nobili di Trebiano
Anno 1218 Bandinus Gaetani, nominato dal vescovo Gualtiero definisce alcune controversie fra la Curia e Gerardo de Trebiano, che rappresenta gli uomini di Trebiano, circa controversie di confine con Ameglia.
Anno 1224 Henrico q. Aldoprandini de Gatto de Trebiano
Anno 1233 Aldobranducci de Trebiano
Anno 1235 Armannino de Trebiano
Anno 1244 in claustro Trebiani …Actum Trebiani in loco dicto Serra, in domo supr. Alberti et nepotum
Anno 1254 Malabucca de Triblano
Anno 1255 Guilelmus q. domini Albertini dicti Mascardi de Trebiano pro se et pro fratribus suis Attolino et Giliolo filius q.dicti dom. Alberti et pro nepota sua Albertesca filia q. Petri olim dicti dom. Alberti et se pro eius et eorum…
Anno 1257 Patti per dirimere controversie di confine fra uomini di Ttrebiano e uomini di Vezzano.
Guillelmus dictum Mascardum q. Alberti vicedomini…Saladinum q. domini Opezini Iustamontis de Trebiano…
Anno 1259 Aldebrandi de Trebiano
Anno 1259 Guido detto Malaparte di Vallecchia dona al vescovo Guglielmo alcune terre fra cui una in Trebiano
Anno 1269 Actum Spese (menzione del luogo della Spezia) Guillelmus q. domini Alberti in domo Parentini dicti Mascarde de Trebiano
Anno 1269 Guillelmo Mascardo q. domini Alberti de Tribiano
Anno 1270 Alcuni testi confermano i diritti della Curia sul castello di Marciaso. Si cita il castrum Trebiani
Anno 1271 Giliolus filius q. Alberrti Vicedomini de Trebiano … Guillelmo dicto Mascardo fratri suo et filio q. dicti domini Alberti…Actum in domo ecclesie Sancti Michaelis de Trebiano posito in loco Monceto, presentibus Gerardo q. domini Henrici de Trebiano, Guillelmo dicto Canuto q. Bordoni et presbitero Nicholao cappellano plebis Sancti Michaelis de Trebiano yestibus ad hec rogatis…- atto di cessione di diritti sul territorio di Trebiano, Lerici e San Terenzo.
Anno 1280 Guill. Mascardi filii q. domini Alberti de Trebiano fa donazione al Vescovo Enrico di terreni che possiede in Ameglia
Anno 1283 Guilielmo Mascardo de Triblano
Anno 1283 Guillelmus Mascardus filius q. domini Alberti Mascardi de Trebiano fa donazione dei frutti dei terreni che possiede nel distretto di Barbazano
Anno 1285 Il vescovo Enrico da Fucecchio lamenta che alcuni nobili di Trebiano (nobiles de Trebiano) abbiano venduto il castello di Trebiano al Comune di Genova
Anno 1285 Il vescovo Enrico da Fucecchio deve rinunciare al possesso del castrum de Trebiano per la prepotenza del Comune di Genova
Anno 1285 Vendita di alcuni vassalli a Nicola di Portesone. Nel vendere una terra venivano venduti anche i coltivatori residenti in essa. Si trattava dei cosidetti “servi della gleba”. Questo istituto giuridico era già in uso presso i Romani ed era stato introdotto dall’imperatore Diocleziano.
Domina Guarfagnina moglie di Facio, figlio del signore Paganelli de Trebiano…è la donna che vende le proprie terre con i propri vassalli o servi della gleba. Salvi è il notaro di Trebiano che redige l’atto.
Anno 1285 Il vescovo Enrico mostra documenti comprovanti i diritti che ha sul castello di Trebiano ai Capitani di Genova. Castrum Trebiani… nobiles de Trebiano
Anno 1287 Sentenza di Guidotto, cappellano di papa Bonifazio VIII, contro i Sarzanesi che hanno causato danni al vescovo di Luni Antonio. Vengono citati i nobili di Trebiano… comitibus ac nobilibus …de Trebiano
Anno 963 L’imperatore Ottone I conferma al vescovo Adelberto tutti i privilegi concessi ai suoi predecessori… castrum de Tribiano
Anno 1039 – Il vescovo Eriberto promette di non imporre nessun uso malvagio né nessuna cattiva consuetudine agli uomini che risiedono in castro de Trebiano. Questo atto contiene una delle celebri maledizioni del Vescovo di Luni. Si forma il nome attuale di Trebiano
Anno 1124 Malabucca de Triblano
Anno 1140 Malabucca de Treblano
Anno 1149 plebem de Treblano
Anno 1160 I nobili di Burcione e di Bozzano cedono il colle di Castiglione al vescovo di Luni. Teste Cagnolus de Tribiano.
Anno 1174 I Consoli di Aulla giurano fedeltà al vescovo. Teste Moregnolli de Trebiano
Anno 1185 castrum de Triblano
Anno 1191 L’imperatore Enrico Vi prende sotto la sua protezione la città di Luni e tutti i castelli che Appartengono alla chiesa lunense… castrum de Triblano cum fodro et pert. suis. Fodro è il diritto che avevano i pubblici ufficiali che entravano in un territorio di avere foraggi e biada per gli animali. In altri atti del Codice è anche detto albergaria. Pert. è invece abbreviazione di pertinentia, cioè diritti o proprietà accessorie, possessioni, fruizioni, legate ad elemento principale di proprietà. Deriva dal Latino pertinere, cioè estendersi.
Anno 1195 Bonagiunta di Ferruccio da al vescovo Gualterio, in cambio di una terra data alla chiesa di Trebiano, mezza giova di terra posta in Lodremone.. Bonaiuncta… ecclesie de Trebiano… Guiterninus de Trebiano
Anno 1196 Atto con cui i castellani di Trebiano dichiarano di tenere in feudo dalla Curia di Luni terre e case poste in Trebiano…castellani de Trebiano …Lombardellum…Gerardo de Cafagiolo…Galletus…Riccolo de Guerseto…vineas de Sepiano (toponimo romano posto a Romito, sotto Cerri, lungo la strada statale per Lerici) … Bonaiuncta de Ferructio…Guiterinus…in domignone de Trebiano…podio de Trebiano…terris usque murum domignonis castri…Constancius de Trebiano.
Il domignone, poi dongione, era nel Medioevo la parte più elevata di un castello, nella quale, spesso difesa da un fossato, vi era l’abitazione del signore. Non va confusa con la torre più elevata del castello, detta turris magna o turris maior. L’etimologia originale di domignone deriva dal Latino, mentre l’etimologia di dongione viene fatta derivare dal Francese donjon. L’atto è stato quindi fatto nell’abitazione sita dentro il castello.
Anno 1198 Musnerius de Trebiano
Anno 1200 in domo Alberti q. Parentis feliciter cum sup. Ibi fuerunt rogati testes Aldeprandinus q. Gatti, Bellomus, Bonaiuncta q. Ferrucii et Albertus q. Bardini – Donazione al Rettore della chiesa di Santo Maurizio di Bocca di Magra di un iugero di terra, fatta in Trebiano in casa di Alberto figlio del defunto Parente. La q. sta per quondam (defunto). Per evitare errori nell’individuazione, in antico si utilizzava anche il nome del padre. Così nella lingua araba si usa abu (figlio di…) e nella lingua ebraica si usa ben (figlio di …).
Anno 1200 Masnerius de Trebiano
Anno 1201 Palmerii de Triblano - I Palmieri sono coloro che hanno fatto ritorno dal viaggio in Terra Santa e portano il segno distintivo del ramo di palma.
Anno 1202 Armanninus de Trebiano
Anno 1202 Suscarius de Trebiano
Anno 1202 Lodo emanato da alcuni arbitri eletti dal vescovo Gualterio e i Malaspina, per il Castro de Trebiani
Anno 1203 Iustamontis de Trebiano
Anno 1204 Aldeprandinus q. Catti de Trebiano dona al rettore della chiesa di San Maurizio mezza giova di terra. La chiesa di San maurizio, alla foce della magra, è scomparsa.
Anno 1212 Vescontinus q. Bonencontri de Trebiano
Anno 1218 Ildebrandus vicedominus de Trebiano – Ugo, delegato apostolico inviato per definire alcune contese fra la Curia e i nobili di Trebiano
Anno 1218 Bandinus Gaetani, nominato dal vescovo Gualtiero definisce alcune controversie fra la Curia e Gerardo de Trebiano, che rappresenta gli uomini di Trebiano, circa controversie di confine con Ameglia.
Anno 1224 Henrico q. Aldoprandini de Gatto de Trebiano
Anno 1233 Aldobranducci de Trebiano
Anno 1235 Armannino de Trebiano
Anno 1244 in claustro Trebiani …Actum Trebiani in loco dicto Serra, in domo supr. Alberti et nepotum
Anno 1254 Malabucca de Triblano
Anno 1255 Guilelmus q. domini Albertini dicti Mascardi de Trebiano pro se et pro fratribus suis Attolino et Giliolo filius q.dicti dom. Alberti et pro nepota sua Albertesca filia q. Petri olim dicti dom. Alberti et se pro eius et eorum…
Anno 1257 Patti per dirimere controversie di confine fra uomini di Ttrebiano e uomini di Vezzano.
Guillelmus dictum Mascardum q. Alberti vicedomini…Saladinum q. domini Opezini Iustamontis de Trebiano…
Anno 1259 Aldebrandi de Trebiano
Anno 1259 Guido detto Malaparte di Vallecchia dona al vescovo Guglielmo alcune terre fra cui una in Trebiano
Anno 1269 Actum Spese (menzione del luogo della Spezia) Guillelmus q. domini Alberti in domo Parentini dicti Mascarde de Trebiano
Anno 1269 Guillelmo Mascardo q. domini Alberti de Tribiano
Anno 1270 Alcuni testi confermano i diritti della Curia sul castello di Marciaso. Si cita il castrum Trebiani
Anno 1271 Giliolus filius q. Alberrti Vicedomini de Trebiano … Guillelmo dicto Mascardo fratri suo et filio q. dicti domini Alberti…Actum in domo ecclesie Sancti Michaelis de Trebiano posito in loco Monceto, presentibus Gerardo q. domini Henrici de Trebiano, Guillelmo dicto Canuto q. Bordoni et presbitero Nicholao cappellano plebis Sancti Michaelis de Trebiano yestibus ad hec rogatis…- atto di cessione di diritti sul territorio di Trebiano, Lerici e San Terenzo.
Anno 1280 Guill. Mascardi filii q. domini Alberti de Trebiano fa donazione al Vescovo Enrico di terreni che possiede in Ameglia
Anno 1283 Guilielmo Mascardo de Triblano
Anno 1283 Guillelmus Mascardus filius q. domini Alberti Mascardi de Trebiano fa donazione dei frutti dei terreni che possiede nel distretto di Barbazano
Anno 1285 Il vescovo Enrico da Fucecchio lamenta che alcuni nobili di Trebiano (nobiles de Trebiano) abbiano venduto il castello di Trebiano al Comune di Genova
Anno 1285 Il vescovo Enrico da Fucecchio deve rinunciare al possesso del castrum de Trebiano per la prepotenza del Comune di Genova
Anno 1285 Vendita di alcuni vassalli a Nicola di Portesone. Nel vendere una terra venivano venduti anche i coltivatori residenti in essa. Si trattava dei cosidetti “servi della gleba”. Questo istituto giuridico era già in uso presso i Romani ed era stato introdotto dall’imperatore Diocleziano.
Domina Guarfagnina moglie di Facio, figlio del signore Paganelli de Trebiano…è la donna che vende le proprie terre con i propri vassalli o servi della gleba. Salvi è il notaro di Trebiano che redige l’atto.
Anno 1285 Il vescovo Enrico mostra documenti comprovanti i diritti che ha sul castello di Trebiano ai Capitani di Genova. Castrum Trebiani… nobiles de Trebiano
Anno 1287 Sentenza di Guidotto, cappellano di papa Bonifazio VIII, contro i Sarzanesi che hanno causato danni al vescovo di Luni Antonio. Vengono citati i nobili di Trebiano… comitibus ac nobilibus …de Trebiano
Ricerche su Trebiano nel REGISTRU VETUS del Comune di Sarzana
Anno 1196 (?) Il Marchese Andrea Bianco di Massa e Parodi vende i monti del Caprione al Comune di Sarzana per la somma di 325 lire ambrosine (di Milano) - et revertendo versus Trebianum
Anno 1185 Federico I imperatore (detto il Barbarossa) riceve la chiesa di Luni sotto la protezione dell’Impero e ne conferma i possessi… Castrum de Triblano com fodro et pertinentiis suis
Anno 1224 - Buttafava, vescovo di Luni, dichiara di aver ricevuto in mutuo dal Comune di Sarzana la somma di Lire 100 imperiali, da restituire entro l’ottava della prossima Pasqua, in pegno della quale concede il pedaggio di Sarzana, la metà della dogana del sale e i proventi che gli competono in Sarzana sui banchi dei beccai. L’atto viene fatto in Trebiano. Actum un districtu Trebiani, in loco dicto Valle, in vinea Alberti Panlevati (in zona neutra). I beccai sono i macellai di Sarzana, oggetto di una documento del Codice Pelavicino del 1269. In senso stretto sarebbe colui che macella e vende ovini e caprini.
Anno 1250 Consiglio legale di maestro Bernardo, dottore in decreti e decretali, e di Odofredo, dottore in leggi, nella questione vertente tra il vescovo di Luni e il Comune di Sarzana circa la pretesa giurisdizione temporale del vescovo sul borgo sarzanese. …exceptis obsidibus qui Luce tenentur pro facto Trebiani vel eius occasione…(conseguenze di un fatto riguardante Trebiano)
Anno 1318 Gerardino, vescovo di Luni, nomina suo procuratore il canonico Enrico da Sarzana, arciprete della pieve di Trebiano, per la concessione in perpetuo al Comune di Sarzana, dietro versamento di 50 fiorini d’oro della saltaria della Chiesa lunense nel territorio sarzanese….dominum Henricum de Sarçana, Lunensen canonicum, et archipresbiterum plebis de Trebiano. La saltaria è costituita da ampi spazi di terreno controllati da un saltario, cioè una guardia campestre che vigilava sulle colture, e che poteva anche avere una sua casetta all’interno della saltaria.
Anno 1318 Corrado del fu Peslerio di Sarzana, sindaco del Comune di Sarzana, prende possesso manuale d’una parte della saltaria della chiesa lunense nel territorio sarzanese….Cum dominus Henricus de Sarçana, Lunensis canonicus, archipresbiter plebis Trebiano…
Anno 1318 I recuperatori dei diritti del Comune di Sarzana fanno porre un termine di pietra presso la via e il canale de Capannula. Fra i testi Corsello quondam Pucii de Trebiano…
Anno 1319 I Comuni di Sarzana e del castrum Sarzane rimettono all’arbitrato del giurisperito Franco da Trebiano la questione fra di loro pendente per la comproprietà dei Molini di Piazza, nel distretto di Santo Stefano Magra…. In discretum et sapientem virum dominum Francum de Trebiano iurisperitum…
Anno 1319 - Franco da Trebiano, giudice eletto dai comuni di Sarzana e del castrum Sarzane, pronuncia sentenza arbitrale sulla questione vertente tra le due comunità per la comproprietà dei Molini di Piazza nel distretto di Santo Stefano. L’atto viene fatto in Lerici. Latum et pronunciatum ut supra Ylice, in domo Gerardi Calandrini…presentibus testis ad hec rogatis…Petro quondam Guillelmi Canuti de Trebiano notario et Figiucio Pacis de Cerro ditrictus Trebiani
Anno 1321 Maestro Egidio del fu maestro Bonsignore di Santo Stefano, a nome proprio e dei propri fratelli, e quale procuratore di Oradina del fu Mercado di Sarzana, vende al comune sarzanese un muro col relativo terreno in Sarzana per il prezzo di 20 lire imperiali. … super quo est positus ipse murus, et sulcum qui est inter turrim Porte Trebianensis. Nelle mura di Sarzana esisteva la Porta Trebianese (oggi sarebbe Porta Genova).
Anno 1333 Federico Federici e Nocco Castiglione, ambasciatori di Pisa, arbitri eletti dal Comune di Sarzana e del castrum Sarzane procedono alla delimitazione dei confini tra i territori suddetti. …ad confines Amelie ultra Macram et Trebiani
Anno 1335 I Sindaci di Sarzana e di Arcola procedono alla delimitazione dei confini dei territori delle rispettive comunità e stipulano convenzioni per il regolamento delle questioni relative alle terre confinarie…. A termino posito inter ipsum comune Arcule et comune Trebiani ultra flumen Macre versus Trebianum a pede terre Falconi condam Bonaveris de Trebiano…A quibus terminis supra versus Trebianum…A dictis vero termine versus Serram, districtus Trebiani…
Anno 1434 Gli uomini di Trebiano chiedono a Marco di Rapallo, visconte della terra di Sarzana, l’autorizzazione a “fare la mechia in lo fiume de la Magra”, per la parte a loro spettante su detto fiume.…per communitatem et homines terre Trebiani…ve mandiamo Zallino de Romanino da l’Amelia, habitatore de Trebiano…subscriptio: Consul et comunitatis terre Trebiani…et homines Illicis et Trebiani….Circa il significato di “fare la mechia” sovviene quanto scritto nel libro “Trebiano, vicende storiche, economiche, sociali” edito dal Comune di Arcola nel 1989, a cura di Franco Bonatti ed Emilia Petacco. Si tratta di un sistema di pesca che si praticava dopo il passaggio della fiumara grande. Si sceglieva uno dei rami secondari del fiume, si faceva una diga in alto per bloccare il flusso delle acque, mentre in basso si creavano due argini che andavano restringendosi verso il centro. Si piantavano due paletti e si chiudeva lo stretto passaggio con un graticcio a sezione tronco-conica, all’interno del quale dovevano passare i pesci, che venivano così catturati. Questa trappola era chiamata mechia (forse dal tedesco mechanik?)
Anno 1446 Il duca di Milano concede la terra di Sarzana a Francesco Piccinino. L’atto è fatto … sub lobia communis Amelie, presentibus magistro Iohachino quondam Iohannis de Trebiano…
Anno 1196 (?) Il Marchese Andrea Bianco di Massa e Parodi vende i monti del Caprione al Comune di Sarzana per la somma di 325 lire ambrosine (di Milano) - et revertendo versus Trebianum
Anno 1185 Federico I imperatore (detto il Barbarossa) riceve la chiesa di Luni sotto la protezione dell’Impero e ne conferma i possessi… Castrum de Triblano com fodro et pertinentiis suis
Anno 1224 - Buttafava, vescovo di Luni, dichiara di aver ricevuto in mutuo dal Comune di Sarzana la somma di Lire 100 imperiali, da restituire entro l’ottava della prossima Pasqua, in pegno della quale concede il pedaggio di Sarzana, la metà della dogana del sale e i proventi che gli competono in Sarzana sui banchi dei beccai. L’atto viene fatto in Trebiano. Actum un districtu Trebiani, in loco dicto Valle, in vinea Alberti Panlevati (in zona neutra). I beccai sono i macellai di Sarzana, oggetto di una documento del Codice Pelavicino del 1269. In senso stretto sarebbe colui che macella e vende ovini e caprini.
Anno 1250 Consiglio legale di maestro Bernardo, dottore in decreti e decretali, e di Odofredo, dottore in leggi, nella questione vertente tra il vescovo di Luni e il Comune di Sarzana circa la pretesa giurisdizione temporale del vescovo sul borgo sarzanese. …exceptis obsidibus qui Luce tenentur pro facto Trebiani vel eius occasione…(conseguenze di un fatto riguardante Trebiano)
Anno 1318 Gerardino, vescovo di Luni, nomina suo procuratore il canonico Enrico da Sarzana, arciprete della pieve di Trebiano, per la concessione in perpetuo al Comune di Sarzana, dietro versamento di 50 fiorini d’oro della saltaria della Chiesa lunense nel territorio sarzanese….dominum Henricum de Sarçana, Lunensen canonicum, et archipresbiterum plebis de Trebiano. La saltaria è costituita da ampi spazi di terreno controllati da un saltario, cioè una guardia campestre che vigilava sulle colture, e che poteva anche avere una sua casetta all’interno della saltaria.
Anno 1318 Corrado del fu Peslerio di Sarzana, sindaco del Comune di Sarzana, prende possesso manuale d’una parte della saltaria della chiesa lunense nel territorio sarzanese….Cum dominus Henricus de Sarçana, Lunensis canonicus, archipresbiter plebis Trebiano…
Anno 1318 I recuperatori dei diritti del Comune di Sarzana fanno porre un termine di pietra presso la via e il canale de Capannula. Fra i testi Corsello quondam Pucii de Trebiano…
Anno 1319 I Comuni di Sarzana e del castrum Sarzane rimettono all’arbitrato del giurisperito Franco da Trebiano la questione fra di loro pendente per la comproprietà dei Molini di Piazza, nel distretto di Santo Stefano Magra…. In discretum et sapientem virum dominum Francum de Trebiano iurisperitum…
Anno 1319 - Franco da Trebiano, giudice eletto dai comuni di Sarzana e del castrum Sarzane, pronuncia sentenza arbitrale sulla questione vertente tra le due comunità per la comproprietà dei Molini di Piazza nel distretto di Santo Stefano. L’atto viene fatto in Lerici. Latum et pronunciatum ut supra Ylice, in domo Gerardi Calandrini…presentibus testis ad hec rogatis…Petro quondam Guillelmi Canuti de Trebiano notario et Figiucio Pacis de Cerro ditrictus Trebiani
Anno 1321 Maestro Egidio del fu maestro Bonsignore di Santo Stefano, a nome proprio e dei propri fratelli, e quale procuratore di Oradina del fu Mercado di Sarzana, vende al comune sarzanese un muro col relativo terreno in Sarzana per il prezzo di 20 lire imperiali. … super quo est positus ipse murus, et sulcum qui est inter turrim Porte Trebianensis. Nelle mura di Sarzana esisteva la Porta Trebianese (oggi sarebbe Porta Genova).
Anno 1333 Federico Federici e Nocco Castiglione, ambasciatori di Pisa, arbitri eletti dal Comune di Sarzana e del castrum Sarzane procedono alla delimitazione dei confini tra i territori suddetti. …ad confines Amelie ultra Macram et Trebiani
Anno 1335 I Sindaci di Sarzana e di Arcola procedono alla delimitazione dei confini dei territori delle rispettive comunità e stipulano convenzioni per il regolamento delle questioni relative alle terre confinarie…. A termino posito inter ipsum comune Arcule et comune Trebiani ultra flumen Macre versus Trebianum a pede terre Falconi condam Bonaveris de Trebiano…A quibus terminis supra versus Trebianum…A dictis vero termine versus Serram, districtus Trebiani…
Anno 1434 Gli uomini di Trebiano chiedono a Marco di Rapallo, visconte della terra di Sarzana, l’autorizzazione a “fare la mechia in lo fiume de la Magra”, per la parte a loro spettante su detto fiume.…per communitatem et homines terre Trebiani…ve mandiamo Zallino de Romanino da l’Amelia, habitatore de Trebiano…subscriptio: Consul et comunitatis terre Trebiani…et homines Illicis et Trebiani….Circa il significato di “fare la mechia” sovviene quanto scritto nel libro “Trebiano, vicende storiche, economiche, sociali” edito dal Comune di Arcola nel 1989, a cura di Franco Bonatti ed Emilia Petacco. Si tratta di un sistema di pesca che si praticava dopo il passaggio della fiumara grande. Si sceglieva uno dei rami secondari del fiume, si faceva una diga in alto per bloccare il flusso delle acque, mentre in basso si creavano due argini che andavano restringendosi verso il centro. Si piantavano due paletti e si chiudeva lo stretto passaggio con un graticcio a sezione tronco-conica, all’interno del quale dovevano passare i pesci, che venivano così catturati. Questa trappola era chiamata mechia (forse dal tedesco mechanik?)
Anno 1446 Il duca di Milano concede la terra di Sarzana a Francesco Piccinino. L’atto è fatto … sub lobia communis Amelie, presentibus magistro Iohachino quondam Iohannis de Trebiano…
Ricerche su Trebiano nel libro di Francesco Poggi a titolo “Lerici e il suo castello”
Volume I
Anno 1172 Il Comune di Genova risulta alleato di certi signori di Lunigiana per la conquista di Trebbiano, che tenevano i Vicedomini. Costoro, vicari ab antico del vescovo di Luni, avevano a poco a poco sottomesso alla loro giurisdizione, nonché Trebbiano, la maggior parte della campagna da Trebbiano fino al mare, compreso il contado e le ville di Lerici, esercitando su quest’ultimo luogo una larga e, a quanto sembra, preponderante influenza. Gli alleati del Comune di Genova facevano parte di una consorteria o lega chiamata la Tregua, e promettono di andare ad obsidendum et capiendum castrum Treblani, et ad devastandas possessiones et terras filiorum quondam Vicedomini de treblano…
Anno 1223 Gherardo de Villano e i figli di Parente dei Signori di Vezzano assalgono il castello di Trebiano con molti cavalieri e fanti. Aldebrando, vassallo del Comune di Genova, con gli uomini di Porto Venere liberano Trebiano dall’assedio, prima che arrivino i rinforzi da Genova.
Anno 1223 Aldebrando Vicedomini, per sé, per i figli, per il consanguineo Enrico e per il nepote Alberto, promette, sotto penna di mille marche d’argento, al podestà di Genova Andalo da Bologna, ricevente per il Comune di Genova, di conservare e custodire il castello di Trebbiano, di non arrecare né far arrecare danno ad alcuno….
Anno 1224 In Trebbiano viene stipulato atto con cui Vinciguerra, figlio di Aldebrando Vicedomini, presente e volente il padre, giura e promette a Giacomo Pignolo e a Guglielmo da Voltaggio, ambasciatori del Comune genovese, tutto ciò che il medesimo Aldebrando aveva promesso al podestà di Genova.
Anno 1241 [I Pisani] Possessori inoltre di Trebbiano, che avevano insieme con Lerici avuto in consegna dal Pelavicino, si trovarono sicuri alle spalle e padroni perciò del varco più breve che da val di Magra mette al Golfo [il valico di Barcola o Bellavista].
Da quanto scritto dal Falconi: “Oberto Pallavicino, vicario imperiale, assaltò per ordine di Federico II lo stato di Genova dal lato di Lunigiana, mentre Marino Eboli, altro imperial vicario, l’assaliva dai gioghi di Lombardia; ed impadronitisi, fra vari altri luoghi, di Trebiano e di Lerici, rimettevansi dal Pallavicino queste terre a guardia dell’alleata Pisa”.
Anno 1250 Non tardò a scoppiare la guerra tra i Fiorentini ed i Lucchesi da una parte, ed i Pisani ed i Senesi dall’altra. Anzi, se si deve prestar fede al vescovo Tolomeo [di Lucca], fin dal 1250 i Lucchesi andaron in Versilia contro i Pisani, che erano in Lunigiana, e presero Trebbiano.
Anno 1256 Il 5 giugno in Levanto, il podestà di Genova, assistito da molti nobili genovesi, promette a Guglielmo, Attolino e Zilio figli del fu Alberto Vicedomini di Trebbiano [emerge la grande credibilità politica dei Vicedomini di Trebiano], stipulanti per gli uomini di Lerici, di far si che se restituiranno il borgo e la torre, ossia il castello di Lerici, che il Comune di Genova riceva salvi e sicuri nelle persone e nelle cose, e liberi ed immuni da eserciti, cavalcate, dazii, collette e da tutto l’altro, come sono gli uomini di Portovenere. Il 25 ottobre Fortebraccio di Fighine è in Trebbiano, dove, con atto dei notari Giovanni da Prementorio e Guasco giudici, consegna al delegato genovese Simone Embrono il castello con la torre e il cassero di Trebbiano.
Anno 1273 Facio Paganelli, in nome proprio e di altri uomini, fra cui Guido Septem, costituito procuratore per mano di Tebaldo, notaro imperiale, dà e concede ai capitani Oberto Spinola e Oberto Doria, e agli anziani del Comune di Genova, per due anni e in ragione di lire cento annue, la podesteria di Trebbiano e delle ville di Lerici, i pedaggi, le ripe, le pescagioni, i boschi, i pascoli e tutti gli altri proventi e redditi di Trebbiano e pertinenze, la signoria, il contile, la giurisdizione di Trebbiano, e suo distretto, con tutti i diritti, le ragioni, le azioni reali e personali ecc. ecc. Il Comune di Genova rinnovò probabilmente questa specie di enfiteusi fino al 1285, nel quale anno comprò dai Signori Vicedomini la proprietà e tutti gli altri diritti sul castello, sul poggio e sulla podesteria di Trebbiano per il prezzo di lire duemilacinquecento di Genova. Su Trebbiano vantavano diritti anche re Enzo, figlio di Federico II Imperatore, e il vescovo di Luni, ma appaiono documenti con cui sembra che il Comune di Genova abbia riscattato sia le ragioni di re Enzo sia le ragioni del vescovo di Luni, anche se il vescovo Enrico da Fucecchio cercò di opporvisi con tutte le sue forze, ma dovette soccombere alla prepotenza di Genova.
Contile, termine medievale citato dal Du Cange nel “Glossarium mediae et infimae latinitatis” col significato di territorio nel quale si tramandavano dai padri ai figli i diritti concessi al conte dal re o dall’imperatore.
Fra gli uomini di Trebiano figura Guido Septem, un cui successore [nipote?] diventerà arcivescovo di Genova dal 2 luglio 1359 al 20 novembre 1367, data della sua morte. Quest’ultimo si trovò a Carpentras assieme al Petrarca nel 1320, e rimasero amici fraterni. Secondo lo studioso arcolano Giorgio Neri, Guido Sette Visdomini, nato in terra di Arcola intorno all’anno 1304, fu uno dei primi sostenitori della cultura umanistica tramandataci dalle nostre terre. Nell’autunno del 1320, dopo della morte della madre, Petrarca si recò a Bologna per studiare nella famosa università, e Guido Sette gli fece da rappresentante dell’autorità paterna. Entrambi seguirono poi gli studi di diaconato in Avignone, ove Guido eccelse divenendo Arcidiacono. Successivamente arrivò ad essere arcivescovo di Genova [nutro dubbi sulla data di nascita di Guido Septem proposta dal Neri, che doveva essere più giovane del Petrarca, nato nel 1304, perché il Petrarca gli fece da tutore a Bologna].
Anno 1293 Terandina del q. Salvi di Lerici, moglie di Bernardino q. Bonafesta di Sarzana, vende ad Urso del q. Salvi di Lerici un pezzo di terra boschiva, pro indiviso, posta in luogo detto a Rezola [toponimo sito presso Pugliola, dialettalmente rezua, da redola, sentiero che portava al mare, dal versante di Canarbino all’attuale Venere Azzurra] cui confinano da un lato i terreni di Saladino di Trebbiano…
Anno 1293 Giovanni q. Vinciguerra di Trebbiano …..[ed altri]…tutti del distretto di Lerici, si palesano debitori in solido di Abaldebrandino e Bondie del q. Sacchetto di Sarzana
Anno 1397 Atto notarile fatto a Lerici: Actum Illicis in burgo novo in domo habitacionis dicti Petri Sbuffe, presentibus Malono quondam Iohaneli de Trebiano, habitatore Illicis…
Opere di rinforzo e di rivestimento del castello di Lerici fatte dai Genovesi dal 1256 al 1555 – Il rivestimento esterno è in pietra nera compatta, di cui ci offre vasti giacimenti la vicina isola Palmaria, ma che si riscontra anche nei colli di Trebbiano e nei Monti di Redarca e di San Lorenzo [portoro di Palmaria, portorina di San Lorenzo]
Note sulla famiglia Vicedomini – Mascardi
Quattro furono le famiglie che si divisero, con aspre lotte, i diritti del vicedominato di Trebiano. Una prima divisione compare in un atto del 1172. Una seconda divisione compare in un atto del 1217, trascritto nel Codice Pelavicino (carta 47). Circa la famiglia Mascardi sembra che già nell’anno 984 un sassone arrivato in Italia ebbe dall’imperatore Ottone III, per i suoi meriti di guerra, il dominium castri Treblani et nonnullarum villarum eius territorij in Valle Macrae fluminis usque ad castrum Illicis. Da questa famiglia nacque un certo Parente, che fu nominato Vicedomino di Trebiano dal vescovo di Luni. Vicedomino, nel Medioevo, è colui fa le veci del Signore del territorio. Si confondono nei vari atti i nomi propri dei Vicedomini, poi Visdomini (Adalberto, Alberto, Aldebrando, Aldovino, Cardinalino, Corrado, Gerardo, Giustamonte, Gualterotto, Guglielmo, Ildebrando, Opicino, Rollandino, Saladino, Vinciguerra ecc.) con i soprannomi, come ad esempio Guglielmo il Mascardo, da cui poi i Mascardi, o Guido detto Malaparte, o Guido detto Septem, da cui poi l’arcivescovo di Genova, amico del Petrarca, che fondò l’Abbazia di San Fruttuoso, ove il poeta fu invitato a soggiornarvi (1363). Guglielmo il Mascardo fu colui che prese a tradimento i castelli di Ameglia e Barbazano per portarli sotto il dominio genovese, per cui il vescovo Enrico da Fucecchio dovette spendere mille lire imperiali per recuperarli (1283). Della famiglia furono discendenti uomini illustri come Niccolò, vescovo di Mariana (Corsica), Giovanni, vescovo di Nebbio (Corsica), Giovanni, il più celebre scrittore di questa famiglia, che fece molti libri, sia in lingua latina sia in volgare. Numerosi furono i sacerdoti discendenti di questa famiglia, così come i dottori in legge e teologia e i canonici. Un Antonio Maria fu anche poeta laureato in Bologna (1502). Di tutta la genealogia della famiglia esistono due diversi manoscritti presso la Biblioteca Universitaria di Genova, che vanno dal 1300 al 1600.
A proposito dell’importanza della Pieve di Trebiano, il Poggi trascrive l’estimo delle decime delle chiese lunensi dell’anno 1470-1471. Sotto la Plebs de Trebiano, addebitata totalmente di lire 20, si trovano nominate la stessa pieve per lire 3, la cappella del Caprione per lire 5, la cappella di Pugliola (leggesi Puvilia) per lire 5, il beneficio di San Giovanni nella chiesa di San Francesco di Lerici per lire 2, il beneficio di Santa Maria nella chiesa di Santa Lucia di Lerici lire 2 e soldi 10, un altro beneficio della stessa chiesa per lire 3, un altro beneficio per lire 2. Il computo salirebbe però a Lire 22 e soldi 10. Nel libro di geo Pistarino a titolo “Le pievi della diocesi di Luni” si riportano le decime del 1296/1297 e la Plebs de Trebiano figura con soldi 36 pisani, avendo sotto di sé le cappelle de Pugliola e de Caprione, dal che si deduca che a Pugliola esisteva già una cappella, perché quella del Caprione cominciava a sfaldarsi, essendo stata costruita sull’incrocio della faglia con la linea d’acqua di Fondega.
Volume I
Anno 1172 Il Comune di Genova risulta alleato di certi signori di Lunigiana per la conquista di Trebbiano, che tenevano i Vicedomini. Costoro, vicari ab antico del vescovo di Luni, avevano a poco a poco sottomesso alla loro giurisdizione, nonché Trebbiano, la maggior parte della campagna da Trebbiano fino al mare, compreso il contado e le ville di Lerici, esercitando su quest’ultimo luogo una larga e, a quanto sembra, preponderante influenza. Gli alleati del Comune di Genova facevano parte di una consorteria o lega chiamata la Tregua, e promettono di andare ad obsidendum et capiendum castrum Treblani, et ad devastandas possessiones et terras filiorum quondam Vicedomini de treblano…
Anno 1223 Gherardo de Villano e i figli di Parente dei Signori di Vezzano assalgono il castello di Trebiano con molti cavalieri e fanti. Aldebrando, vassallo del Comune di Genova, con gli uomini di Porto Venere liberano Trebiano dall’assedio, prima che arrivino i rinforzi da Genova.
Anno 1223 Aldebrando Vicedomini, per sé, per i figli, per il consanguineo Enrico e per il nepote Alberto, promette, sotto penna di mille marche d’argento, al podestà di Genova Andalo da Bologna, ricevente per il Comune di Genova, di conservare e custodire il castello di Trebbiano, di non arrecare né far arrecare danno ad alcuno….
Anno 1224 In Trebbiano viene stipulato atto con cui Vinciguerra, figlio di Aldebrando Vicedomini, presente e volente il padre, giura e promette a Giacomo Pignolo e a Guglielmo da Voltaggio, ambasciatori del Comune genovese, tutto ciò che il medesimo Aldebrando aveva promesso al podestà di Genova.
Anno 1241 [I Pisani] Possessori inoltre di Trebbiano, che avevano insieme con Lerici avuto in consegna dal Pelavicino, si trovarono sicuri alle spalle e padroni perciò del varco più breve che da val di Magra mette al Golfo [il valico di Barcola o Bellavista].
Da quanto scritto dal Falconi: “Oberto Pallavicino, vicario imperiale, assaltò per ordine di Federico II lo stato di Genova dal lato di Lunigiana, mentre Marino Eboli, altro imperial vicario, l’assaliva dai gioghi di Lombardia; ed impadronitisi, fra vari altri luoghi, di Trebiano e di Lerici, rimettevansi dal Pallavicino queste terre a guardia dell’alleata Pisa”.
Anno 1250 Non tardò a scoppiare la guerra tra i Fiorentini ed i Lucchesi da una parte, ed i Pisani ed i Senesi dall’altra. Anzi, se si deve prestar fede al vescovo Tolomeo [di Lucca], fin dal 1250 i Lucchesi andaron in Versilia contro i Pisani, che erano in Lunigiana, e presero Trebbiano.
Anno 1256 Il 5 giugno in Levanto, il podestà di Genova, assistito da molti nobili genovesi, promette a Guglielmo, Attolino e Zilio figli del fu Alberto Vicedomini di Trebbiano [emerge la grande credibilità politica dei Vicedomini di Trebiano], stipulanti per gli uomini di Lerici, di far si che se restituiranno il borgo e la torre, ossia il castello di Lerici, che il Comune di Genova riceva salvi e sicuri nelle persone e nelle cose, e liberi ed immuni da eserciti, cavalcate, dazii, collette e da tutto l’altro, come sono gli uomini di Portovenere. Il 25 ottobre Fortebraccio di Fighine è in Trebbiano, dove, con atto dei notari Giovanni da Prementorio e Guasco giudici, consegna al delegato genovese Simone Embrono il castello con la torre e il cassero di Trebbiano.
Anno 1273 Facio Paganelli, in nome proprio e di altri uomini, fra cui Guido Septem, costituito procuratore per mano di Tebaldo, notaro imperiale, dà e concede ai capitani Oberto Spinola e Oberto Doria, e agli anziani del Comune di Genova, per due anni e in ragione di lire cento annue, la podesteria di Trebbiano e delle ville di Lerici, i pedaggi, le ripe, le pescagioni, i boschi, i pascoli e tutti gli altri proventi e redditi di Trebbiano e pertinenze, la signoria, il contile, la giurisdizione di Trebbiano, e suo distretto, con tutti i diritti, le ragioni, le azioni reali e personali ecc. ecc. Il Comune di Genova rinnovò probabilmente questa specie di enfiteusi fino al 1285, nel quale anno comprò dai Signori Vicedomini la proprietà e tutti gli altri diritti sul castello, sul poggio e sulla podesteria di Trebbiano per il prezzo di lire duemilacinquecento di Genova. Su Trebbiano vantavano diritti anche re Enzo, figlio di Federico II Imperatore, e il vescovo di Luni, ma appaiono documenti con cui sembra che il Comune di Genova abbia riscattato sia le ragioni di re Enzo sia le ragioni del vescovo di Luni, anche se il vescovo Enrico da Fucecchio cercò di opporvisi con tutte le sue forze, ma dovette soccombere alla prepotenza di Genova.
Contile, termine medievale citato dal Du Cange nel “Glossarium mediae et infimae latinitatis” col significato di territorio nel quale si tramandavano dai padri ai figli i diritti concessi al conte dal re o dall’imperatore.
Fra gli uomini di Trebiano figura Guido Septem, un cui successore [nipote?] diventerà arcivescovo di Genova dal 2 luglio 1359 al 20 novembre 1367, data della sua morte. Quest’ultimo si trovò a Carpentras assieme al Petrarca nel 1320, e rimasero amici fraterni. Secondo lo studioso arcolano Giorgio Neri, Guido Sette Visdomini, nato in terra di Arcola intorno all’anno 1304, fu uno dei primi sostenitori della cultura umanistica tramandataci dalle nostre terre. Nell’autunno del 1320, dopo della morte della madre, Petrarca si recò a Bologna per studiare nella famosa università, e Guido Sette gli fece da rappresentante dell’autorità paterna. Entrambi seguirono poi gli studi di diaconato in Avignone, ove Guido eccelse divenendo Arcidiacono. Successivamente arrivò ad essere arcivescovo di Genova [nutro dubbi sulla data di nascita di Guido Septem proposta dal Neri, che doveva essere più giovane del Petrarca, nato nel 1304, perché il Petrarca gli fece da tutore a Bologna].
Anno 1293 Terandina del q. Salvi di Lerici, moglie di Bernardino q. Bonafesta di Sarzana, vende ad Urso del q. Salvi di Lerici un pezzo di terra boschiva, pro indiviso, posta in luogo detto a Rezola [toponimo sito presso Pugliola, dialettalmente rezua, da redola, sentiero che portava al mare, dal versante di Canarbino all’attuale Venere Azzurra] cui confinano da un lato i terreni di Saladino di Trebbiano…
Anno 1293 Giovanni q. Vinciguerra di Trebbiano …..[ed altri]…tutti del distretto di Lerici, si palesano debitori in solido di Abaldebrandino e Bondie del q. Sacchetto di Sarzana
Anno 1397 Atto notarile fatto a Lerici: Actum Illicis in burgo novo in domo habitacionis dicti Petri Sbuffe, presentibus Malono quondam Iohaneli de Trebiano, habitatore Illicis…
Opere di rinforzo e di rivestimento del castello di Lerici fatte dai Genovesi dal 1256 al 1555 – Il rivestimento esterno è in pietra nera compatta, di cui ci offre vasti giacimenti la vicina isola Palmaria, ma che si riscontra anche nei colli di Trebbiano e nei Monti di Redarca e di San Lorenzo [portoro di Palmaria, portorina di San Lorenzo]
Note sulla famiglia Vicedomini – Mascardi
Quattro furono le famiglie che si divisero, con aspre lotte, i diritti del vicedominato di Trebiano. Una prima divisione compare in un atto del 1172. Una seconda divisione compare in un atto del 1217, trascritto nel Codice Pelavicino (carta 47). Circa la famiglia Mascardi sembra che già nell’anno 984 un sassone arrivato in Italia ebbe dall’imperatore Ottone III, per i suoi meriti di guerra, il dominium castri Treblani et nonnullarum villarum eius territorij in Valle Macrae fluminis usque ad castrum Illicis. Da questa famiglia nacque un certo Parente, che fu nominato Vicedomino di Trebiano dal vescovo di Luni. Vicedomino, nel Medioevo, è colui fa le veci del Signore del territorio. Si confondono nei vari atti i nomi propri dei Vicedomini, poi Visdomini (Adalberto, Alberto, Aldebrando, Aldovino, Cardinalino, Corrado, Gerardo, Giustamonte, Gualterotto, Guglielmo, Ildebrando, Opicino, Rollandino, Saladino, Vinciguerra ecc.) con i soprannomi, come ad esempio Guglielmo il Mascardo, da cui poi i Mascardi, o Guido detto Malaparte, o Guido detto Septem, da cui poi l’arcivescovo di Genova, amico del Petrarca, che fondò l’Abbazia di San Fruttuoso, ove il poeta fu invitato a soggiornarvi (1363). Guglielmo il Mascardo fu colui che prese a tradimento i castelli di Ameglia e Barbazano per portarli sotto il dominio genovese, per cui il vescovo Enrico da Fucecchio dovette spendere mille lire imperiali per recuperarli (1283). Della famiglia furono discendenti uomini illustri come Niccolò, vescovo di Mariana (Corsica), Giovanni, vescovo di Nebbio (Corsica), Giovanni, il più celebre scrittore di questa famiglia, che fece molti libri, sia in lingua latina sia in volgare. Numerosi furono i sacerdoti discendenti di questa famiglia, così come i dottori in legge e teologia e i canonici. Un Antonio Maria fu anche poeta laureato in Bologna (1502). Di tutta la genealogia della famiglia esistono due diversi manoscritti presso la Biblioteca Universitaria di Genova, che vanno dal 1300 al 1600.
A proposito dell’importanza della Pieve di Trebiano, il Poggi trascrive l’estimo delle decime delle chiese lunensi dell’anno 1470-1471. Sotto la Plebs de Trebiano, addebitata totalmente di lire 20, si trovano nominate la stessa pieve per lire 3, la cappella del Caprione per lire 5, la cappella di Pugliola (leggesi Puvilia) per lire 5, il beneficio di San Giovanni nella chiesa di San Francesco di Lerici per lire 2, il beneficio di Santa Maria nella chiesa di Santa Lucia di Lerici lire 2 e soldi 10, un altro beneficio della stessa chiesa per lire 3, un altro beneficio per lire 2. Il computo salirebbe però a Lire 22 e soldi 10. Nel libro di geo Pistarino a titolo “Le pievi della diocesi di Luni” si riportano le decime del 1296/1297 e la Plebs de Trebiano figura con soldi 36 pisani, avendo sotto di sé le cappelle de Pugliola e de Caprione, dal che si deduca che a Pugliola esisteva già una cappella, perché quella del Caprione cominciava a sfaldarsi, essendo stata costruita sull’incrocio della faglia con la linea d’acqua di Fondega.