SULLA PRESENZA LONGOBARDA IN LUNIGIANA .
Studio in corso per una analisi comparata di simbologie (PAGINA IN COSTRUZIONE).
Nei secoli VII ed VIII vi furono delle missioni cattoliche in Lunigiana, ed una prova di queste si trova in una lapide conservata nella chiesa di Piazza, presso Framura, recante la seguente scritta “QUARTO KALENDAS IUNIAS DEDICATIO ERET SANCTI SALVATORIS ET SANCTI MIHAELI ET SANCTI MARTINI ET SANCTI GEORGII MARTERIS”. Questa epigrafe è stata stimata essere apposta fra la fine del secolo VII e l’inizio dell’VIII secolo.
Una delle prime permanenze in Italia dei Longobardi si ritiene sia Piazza al Serchio, allora nota come Castelvecchio, nella sede della antichissima pieve denominata San Pietro “de castello”. Da un diploma di donazione di Adelchi al monastero di San Salvatore di Brescia nel 771, si conosce che la Lunigiana amministrativa arrivava fino al Passo della Cisa, fines surianenses, al di là del quale erano stabilmente insediati i Longobardi. Pier Maria Conti si pone il problema di ricostruire gli eventi di Lunigiana dopo che del viaggio di rientro di Rutilio Namaziano verso la Gallia, alla fine del V secolo. Egli stava rendendo conto che la regione Tirrenica stava crollando sotto la pressione dei Visigoti, ma la sua testimonianza si ferma a Luni, che egli vede ancora nel suo splendore, per lo meno esteriormente, mentre già aveva subito nel 401 una invasione da Alarico, che stava ritirandosi verso la Gallia. Successivamente mancano informazioni di cosa sia successo in Lunigiana, mentre erano scesi in Italia Odoacre e Teodorico. Si possono rinvenire toponimi etnici che denotano la presenza di insediamenti dei Goti attorno alla metà del secolo VI. Il Conti riporta Godano e Offiano , rispettivamente dal dio Odino, cioè Waudan, e dal patronimico Auffa, ma non riconosce come gotica l’etimologia del Monte Gottero, che invece potrebbe derivare da Gautar, divinità gotica. Anche Castellum Uffi , che si ritrova nella Pieve di Santa Felicita in Valdicastello, viene riconosciuto come gotico, derivando dalla stessa radice Auffa. Altri toponimi decisamente gotici sono il dialettale Gavissa di Lerici, che deriva dalla voce gawi, che significa il terreno nel quale si è insediata una famiglia gotica, cioè una sippe (gruppo parentale). Si noti che presso il toponimo Gavissa (Campo de Già) si rinviene il toponimo Barbarasco, che deriva appunta dalla presenza di popolazioni che parlano una lingua non latina, che sembra suonare come bar-bar, da cui il termine barbari. Sono da considerare quindi come gotici anche i vari toponimi in Gavi e Cavi che si ritrovano in Liguria e Piemonte, derivando dalla voce gawi.
Nei secoli VII ed VIII vi furono delle missioni cattoliche in Lunigiana, ed una prova di queste si trova in una lapide conservata nella chiesa di Piazza, presso Framura, recante la seguente scritta “QUARTO KALENDAS IUNIAS DEDICATIO ERET SANCTI SALVATORIS ET SANCTI MIHAELI ET SANCTI MARTINI ET SANCTI GEORGII MARTERIS”. Questa epigrafe è stata stimata essere apposta fra la fine del secolo VII e l’inizio dell’VIII secolo.
Una delle prime permanenze in Italia dei Longobardi si ritiene sia Piazza al Serchio, allora nota come Castelvecchio, nella sede della antichissima pieve denominata San Pietro “de castello”. Da un diploma di donazione di Adelchi al monastero di San Salvatore di Brescia nel 771, si conosce che la Lunigiana amministrativa arrivava fino al Passo della Cisa, fines surianenses, al di là del quale erano stabilmente insediati i Longobardi. Pier Maria Conti si pone il problema di ricostruire gli eventi di Lunigiana dopo che del viaggio di rientro di Rutilio Namaziano verso la Gallia, alla fine del V secolo. Egli stava rendendo conto che la regione Tirrenica stava crollando sotto la pressione dei Visigoti, ma la sua testimonianza si ferma a Luni, che egli vede ancora nel suo splendore, per lo meno esteriormente, mentre già aveva subito nel 401 una invasione da Alarico, che stava ritirandosi verso la Gallia. Successivamente mancano informazioni di cosa sia successo in Lunigiana, mentre erano scesi in Italia Odoacre e Teodorico. Si possono rinvenire toponimi etnici che denotano la presenza di insediamenti dei Goti attorno alla metà del secolo VI. Il Conti riporta Godano e Offiano , rispettivamente dal dio Odino, cioè Waudan, e dal patronimico Auffa, ma non riconosce come gotica l’etimologia del Monte Gottero, che invece potrebbe derivare da Gautar, divinità gotica. Anche Castellum Uffi , che si ritrova nella Pieve di Santa Felicita in Valdicastello, viene riconosciuto come gotico, derivando dalla stessa radice Auffa. Altri toponimi decisamente gotici sono il dialettale Gavissa di Lerici, che deriva dalla voce gawi, che significa il terreno nel quale si è insediata una famiglia gotica, cioè una sippe (gruppo parentale). Si noti che presso il toponimo Gavissa (Campo de Già) si rinviene il toponimo Barbarasco, che deriva appunta dalla presenza di popolazioni che parlano una lingua non latina, che sembra suonare come bar-bar, da cui il termine barbari. Sono da considerare quindi come gotici anche i vari toponimi in Gavi e Cavi che si ritrovano in Liguria e Piemonte, derivando dalla voce gawi.