CASTRUM ILLICIS: dal castello di lerici e altre fortificazioni agli iNSEDIAMENTI PRIMORDIALI nella "grande lunigiana". Visita anche la nuova sezione sul Castello di Trebiano.
Il castello di Lericinoto in Europa perche' i viaggiatori del passato lo hanno riprodotto in molte stampe e incisioni. Lerici un toponimo legato all'albero del leccio, albero sacro nell'antichita' Oltre all'Erice di Sicilia vi e' un altro Lerici in comune di Levanto. L'etimologia celtica, come spiegato dal Devoto,perche' deriva dalla voce eruk, che significa appunto il leccio. In epoca fascista si riteneva che Lerici venisse dalla loce latina ilex, che significa sempre l'albero del leccio. Con il ritrovamento della stele del principe guerriero del V secolo a.C. si e' dovuto accettare che Lerici ospitasse una comunita' ligure-celtica e conseguentemente che l'etimologia fosse pre-romana. nell'Alto Medioevo Lerici era un porto franco, un sorgitore ove tutti potevano approdare. Si ritiene, come scrive il Gonetta, che sul Poggio di Lerici vi fosse stata, attorno al 1140, una torre da difesa, del tipo tondo, come ancora si può osservare a Vernazza. Qui, oltre alla torre di difesa, si puo'ammirare un raro esempio di mulino fenicio, con le pale interne, in cui il vento penetra da fessure verticali. Furono i Pisani, che, per contrastare la colonia genovese avanzata di Genova, eressero sul Poggio il primitivo castello e costruirono anche il borgo murato, detto "Borgo Pisano". Nel 1256 i Genovesi divennero padroni del castello e con successive operazioni di architettura militare, conseguenti alla scoperta della polvere da sparo, il castello assunse la forma attuale. Furono chiusi i veroni, furono reincamiciate le cortine e la torre, fu creata la scarpa, fu spostata l'entrata lato mare, fu costruita la battagliola per contrastare il tiro navale. per contrastare attacchi da terra con le nuove armi da fuoco fu creato anche un forte stellato a tre piani, poi distrutto nell'Ottocento, di cui e' rimasto il toponimo "Salita Rivellino". Il termine deriva dalla voce portoghese "revalin", cioe' nuovo vallo. Il piu' grande rivellino d'Italia e' quello di Sarzana, un altro rivellino era anche a Santo Stefano Magra. Un rivellino si rinviene anche a Piombino. La navigazione antica utilizzava il vento di scirocco per partire da Napoli e raggiungere la Corsica centrale. Qui, ad Alalia (oggi Aleria) si attendeva il Libeccio e cosi'ì si raggiungeva il "Portus Lunae" ove i Romani tenevano le navi in rimessaggio invernale nelle cosidette "Stazioni Ericine". Per l'attacco a Cartagine i Romani fecero qui convenire le diverse centinaia di navi utilizzate per la Seconda Guerra Punica. Per passare dalla citta' di Luni al Portus Lunae i Romani utilizzavano il guado sul fiume Magra, detto poi guado del cane perche' anche i cani potevano attraversarlo, essendo stato costruito con la pozzolana nel punto piu'ù largo dell'alveo. Per ricompensare i cavalieri romani vincitori dei Liguri furono assegnati loro i migliori terreni della costa. Si hanno cosi' i toponimi romani Barbazano, Bavognano, Carbognano, Senzano, Servigliano, Verazzano. Dalla presenza di popolazioni pre-romane sono rimaste in Lerici le macine a remo, che derivano dal periodo La Thiene, cioe' V secolo a.C. (Barbazano, Narbostro, San Lorenzo). I Romani ci hanno lasciato la cisterna a tre arcate di Senzano. Il campanile della chiesa di San Lorenzo stato costruito sui resti di un antico fortino romano, con finestra arciera. Tracce della presenza di popolazioni che parlavano la lingua dei Goti si hanno sui Monti Branzi (Barbarasco del Caprione, cioe' luogo ove si parla in maniera incomprensibile, cioe' bar-bar; Gavizza, da gawitz, terreno ove vive una famiglia dei Goti, cioe' una sippe).Della dominazione pisana e'rimasto il toponimo Caposanto, mentre dai Genovesi sono derivati i carobi (carugi in Genovese, dal latino quadrivium)..